domenica 18 ottobre 2020

Cambiare l'acqua ai fiori|| Perché ho deciso di non leggerlo



Titolo: Cambiare l'acqua ai fiori

Autore: Valérie Perrin

Editore: E/O
Collana: Dal mondo
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 10 luglio 2019
Pagine: 476 p., Brossura 
  • EAN: 9788833570990

Da ogni dove si leggono commenti e recensioni sul fenomeno letterario 'Cambiare l'acqua ai fiori'; un libro che non mi ha incuriosito sin dalla sua uscita, ma che tramite i vari commenti sui social e sui blog di libri ho deciso che forse avrei dovuto leggere. Generalmente non mi piace leggere i libri osannati dalla critica perché molto spesso si rivelano delle porcherie, ma questa volta mi sono voluta dare una possibilità. Inoltre ho un modo tutto mio di scegliere i libri da leggere, un modo forse molto poco ortodosso, ma che ormai fa parte di me, e difficilmente potrò decidere di modificare: scelgo i libri dal titolo o dalla copertina. Non ridete, perché è una cosa molto seria. La copertina deve essere accattivante, deve attirare l'attenzione, altrimenti nemmeno mi soffermo sul libro. Lo stesso vale per il titolo: mi deve incuriosire. Generalmente il mio sesto senso non sbaglia, e leggo sempre libri che poi alla fine confermano le mie aspettative. 

Ho iniziato a leggere 'Cambiare l'acqua ai fiori', ma mi ha messo su una tristezza infinita già dalle prime pagine. Non è stato perché la protagonista fa la guardiana del cimitero, ma per quello che racconta e come lo racconta. 'Succede sempre così con la morte: più è antica e meno presa ha sui vivi. Il tempo distrugge la vita. Il tempo distrugge la morte'. A volte ragiona in modo cinico, ma non lo fa con premeditazione; molto probabilmente è dovuto alle esperienze che l'hanno segnata, ma mentre leggevo ho provato più volte un senso di angoscia. 

'Cambiare l'acqua ai fiori' è scritto in maniera eccelsa, ma l'autrice non me ne voglia: non ho potuto continuare la lettura. Non mi piace l'ambiente in cu vive, non mi piace la sua ossessione maniacale di appuntarsi sui registri cosa è successo durante le esequie, non mi piace nemmeno la protagonista: non sono riuscita a inquadrarla. L'autrice non la descrive e di lei sappiamo soltanto come era quando aveva 15 anni. Troppo poco per inquadrarla chissà quanti anni dopo a fare la custode del cimitero. 

La trama è molto ben strutturata, con tutta una serie di personaggi trasversali di cui viene descritta la vita o singoli episodi. Chissà se un giorno riuscirò a finire questo libro, ma per il momento non me la sono sentita. E' raro che lasci un libro a metà, e molto probabilmente è colpa mia che non sono ben disposta verso una storia del genere. Intanto vi lascio la sinossi, nel caso a qualcuno possa interessare. 

Voi lo avete già letto? Che sensazioni vi ha lasciato?

Sinossi

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba.


'Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi

come un tè al gelsomino con un po' di miele'