domenica 23 febbraio 2020

Cercami di André Aciman|| Recensione


Titolo: Cercami
Autore: André Aciman
Editore: Guanda
Anno: 2020
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Cercami: recensione di Libriinuscita

Ho iniziato a leggere 'Cercami' sulla scia del precedente romanzo 'Chiamami col tuo nome', ma non sono riuscita a trovare la stessa freschezza e la stessa potenza di scrittura. Tanto ho amato 'Chiamami col tuo nome', tanto non vedevo l'ora di finire 'Cercami' che, nonostante la critica lo abbia osannato a capolavoro, in realtà mi è sembrato più come il risultato di un'operazione di marketing. 
Devo ammettere che anche io, finito il primo capitolo, sono rimasta un po' delusa perché la storia d'amore tra Oliver ed Elio non aveva avuto un finale felice, ma da qui a dover necessariamente portare la loro storia al finale che tutti volevano, forzando anche gli eventi con tutti gli annessi e connessi, mi sembra un po' banale e scontato. Tanti, troppi lettori hanno letto 'Cercami' sulla scia delle sensazioni che aveva trasmesso loro 'Chiamami col tuo nome' ma non penso che a tutti sia piaciuto come il primo romanzo che non poteva non rimanere nel cuore per il modo stesso in cui era raccontato l'amore tra i due.
'Cercami' inizia alla grande con la storia del padre di Elio che si innamora di una ragazza con la metà dei suoi anni, e questa parte è quella che ho apprezzato di più, quella più vera e più sentita. Tutto il resto poi sembra una cosa messa lì tanto per dare un senso alla storia, ma in realtà la parte che parla di Elio viene raccontata abbastanza bene ma manca di qualcosa nel finale, mentre la parte di Oliver viene messa lì e raccontata in maniera sommaria, quasi frettolosa, fino al finale che non ha nulla di eccezionale. I personaggi sembrano subire passivamente gli eventi, quasi come se a loro poco importi se una cosa accade o meno. 
Se devo esprimere una mia opinione personale, a volte è meglio che alcune storie rimangano in sospeso, e che il lettore assapori la tensione dell'incompiuto, piuttosto che dare alle storie un epilogo forzato che non solo non è sentito dallo stesso autore, ma potrebbe addirittura far scemare il successo ottenuto dalla storia fino ad allora.

Sinossi 'Cercami' di André Aciman

Sono passati parecchi anni da quell’estate in Riviera: Elio, in piena confusione adolescenziale, aveva scoperto la forza travolgente del primo amore grazie a Oliver, lo studente americano ospite del padre nella casa di famiglia. Erano stati giorni unici, in grado di segnare le loro vite con la forza di un desiderio incancellabile, nonostante ciascuno abbia poi proseguito per una strada diversa.
Il nuovo romanzo di André Aciman si apre con l’incontro casuale su un treno tra un professore di mezza età e una giovane donna: lui è Samuel, il padre di Elio, sta andando a Roma per tenere una conferenza ed è ansioso di cogliere l’occasione per rivedere suo figlio, pianista affermato ma molto inquieto nelle questioni sentimentali; lei è una fotografa, carattere ribelle e refrattaria alle relazioni stabili, e in quell’uomo più maturo scopre la persona che avrebbe voluto conoscere da sempre. Tra i due nasce un’attrazione fortissima, che li porterà a mettere in discussione tutte le loro certezze. Anche per Elio il destino ha in serbo un incontro inaspettato a Parigi, che potrebbe assumere i contorni di un legame importante. Ma nulla può far sbiadire in lui il ricordo di Oliver, che vive a New York una vita apparentemente serena, è sposato e ha due figli adolescenti, eppure… Una parola, solo una parola, potrebbe bastare a riaprire una porta che in fondo non si è mai chiusa.

La frase più bella di 'Cercami'

'A volte è 
meglio fermarsi quando si è raggiunta
 la perfezione 
piuttosto che affrettare i tempi 
e lasciare che le cose si guastino’

domenica 16 febbraio 2020

Recensione|| Tramonti di cartone


Titolo: Tramonti di Cartone
Autori: Marcello Affuso, Valentina Bonavolontà, Giulia Verruti.
Data di uscita: gennaio 2020
Genere: poesie
Editore: GMPress


Prima volta che mi avvicino a una raccolta di poesie, ma l'ho fatto con un anima nuova perché 'Tramonti di cartone' è stata una scoperta nel vero senso del termine: non immaginavo fosse stato scritto a più mani, e ancor meno immaginavo contenesse al suo interno una galleria di fotografie e illustrazioni eccezionali per spessore e temi trattati, che sono poi un continuum di quello che le parole degli autori hanno espresso nei loro componimenti.

Poesie e parole che hanno come tema centrale l'amore, i sentimenti. Ma il tema non viene trattato in modo mieloso e distaccato dalla realtà; anzi, devo ammettere che l'ottanta per cento delle persone che leggeranno 'Tramonti di cartone' si ritroverà tra le sue pagine come in un diario intimo e personale. Quanti di noi ricordano persone che, nonostante abbiamo appena intravisto nel corso della nostra esistenza, non hanno mai dimenticato? Uno sguardo, un sorriso, un gesto che rimangono scolpiti nella memoria e che niente e nessuno potrà mai farci dimenticare. 

Come ribattere alle parole di Valentina Bonavolontà che in 'Anna' dice:

'Il mio dolore è qui incastrato così profondamente dentro di me, che l'unica mia speranza è solo quella di abituarmi. Per me la morte è un punto e non trovo nessuna spiegazione, nessuna risposta'

Oppure alle parole di Giulia Verruti che in 'Vestito rosso' scrive:

'Eravamo due sconosciuti che non si erano mai visti prima e che riuscivano a tenersi per mano sostenendosi attraverso un tortuoso percorso ad ostacoli. Eppure non l'avevo nemmeno sfiorata'.

Vi consiglio di leggere la poesia o il componimento e di scorrere le pagine alla ricerca della fotografia o illustrazione che vi è collegata. Si tratta di una sensazione particolare, che generalmente soltanto un libro o soltanto la lettura non lasciano; una sensazione che difficilmente riesco a spiegare perché appaga l'anima e apre la mente su una serie di riflessioni sulla vita e sulla morte, sulla gioia e il dolore, come pochi scritti ormai riescono a fare. Una lettura che consiglio e che potrete trovare al seguente link.



Di seguito qualche passo tratto dal comunicato stampa di 'Tramonti di cartone'':

Tramonti di cartone è un progetto condiviso in cui i tre autori, Marcello Affuso, Valentina Bonavolontà, Giulia Verruti, l’illustratrice Federica Crispo e la fotografa Erica Bardi, scelgono di abbandonare la zona di comfort che permette di celare se stessi nel chiaroscuro delle proprie fragilità, come se la vera essenza di sé fosse qualcosa di cui vergognarsi e si mettono a nudo, parlando di amori vecchi e nuovi, amicizia, perdita, ricordo, incontri, dolore, speranze. Un lavoro corale in cui ciascuno fa la sua parte.
Il ricavato delle vendite verrà interamente devoluto alla Onlus I Care, associazione che ogni giorno lotta per portare in Africa acqua, istruzione e formazione ad un popolo duramente provato dalla fame, dalla miseria, dalla siccità, dalla guerra e da gravi emergenze sanitarie.
'Del tempo passato insieme amo la forza del vento, che mi ha indolenzito le ossa, sciolto il pianto, navigando nei miei dubbi. Questo essere luce e fango, lo strabordare di incertezze, un fitto precipitare nella felicità. La gioia non riesce a spiegare mai le sue ragioni'.
Tramonti di cartone è un viaggio, un duplice percorso di parole e immagini (66 sono i contributi totali) attraverso cui il lettore si potrà immergere in una profonda riflessione su se stesso, per riportare in superficie quella sensazione sopita, quell’emozione dimenticata, quel ricordo respinto a fatica sotto un cumulo di nuove esperienze. 
Da un incipit nostalgico, con tinte cupe e amare si arriva, scavando a fondo nel proprio io, a un messaggio di speranza e di fiducia verso un futuro ricco di nuovi incontri e di nuovi inizi. Il tramonto diventa dunque apertura verso prospettive ignote ed “estremamente affascinanti nel loro essere potenziali”, un preludio a una notte che porta consiglio e che lascia spazio a un inaspettato, tangibile stupore.
Da “un labirinto di periodi ipotetici” si giunge a una “luce straordinaria prima che sorga il sole”, a una madre terra che genera fiori nonostante l’arsura, a uno scambio di sguardi che si tinge di azzurro.
Il tramonto indica, metaforicamente, qualcosa che volge al termine, che si dilegua e che, declinando, svanisce sotto la linea dell’orizzonte. Nell’istante che precede la scomparsa della luce un sentimento di malinconia ci assale, come se fosse l’ultima occasione per afferrare “un’effimera illusione”.











domenica 9 febbraio 2020

Recensione 'Amore colpevole'


  • Titolo libro: Amore colpevole
  • Autore del libro:Sof’ja Tolstaja
  • Genere: Classici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Anno di pubblicazione: 2019

Ho letto 'Amore colpevole' tutto d'un fiato. Non leggevo qualcosa di così romantico forse da anni, anche se mi ha lasciato l'amaro in bocca. Un amore struggente, puro, platonico, costretto a soccombere perché la protagonista, nonostante tutto, crede nel matrimonio e non vuole tradire i suoi figli. Una donna come poche, non solo nella sua epoca ma anche nella nostra, dove ormai i matrimoni si disfano nel giro di pochi anni, se non mesi. Il marito invece, è talmente tanto accecato dalla gelosia che non si cura di nulla se non del possesso, trattando sua moglie come un oggetto, e a volte che se nemmeno esistesse. Una donna che, sebbene avesse dei figli ai quali ha dedicato tuta la sua vita, era sola. La sua solitudine ha potuto in qualche modo creare il pretesto per far sì che i suoi sentimenti nei confronti di Bechmetev si amplificassero fino  a diventare amore; peccato che anche quando Anna si è circondata di feste e di eventi mondani, non sia riuscita nell'intento di farsi piacere la sua vita e la povertà di sentimenti che il marito elargiva nei suoi confronti. Un amore che forse avrebbe potuto avere un epilogo diverso, se solo entrambi avessero avuto la forza e il coraggio di 'provarci', per quel che mi riguarda. Un romanzo, forse tra i pochi, che rileggerei volentieri.


Il destino di Sof'ja Tolstaja, moglie di Lev Tolstoj, fu quello di vivere all'ombra di un uomo di genio, come spesso accade a una donna di talento. Sof'ja bruciò la sua prima novella (che impressionò Lev per la sua "forza di verità e semplicità") e decise di dedicare tutta la vita al marito, divenendo non solo una devota compagna e madre dei suoi figli, ma anche un'attenta lettrice delle sue opere che corresse e trascrisse per lui. In "Amore colpevole", del 1893, Sof'ja risponde a Tolstoj e alla sua spietata analisi del matrimonio contenuta nella "Sonata a Kreutzer". È la gelosia il Leitmotiv, che corrode dapprima la fiducia e poi genera disprezzo. Ma Sof'ja non incolpa una delle due parti, bensì restituisce dignità a entrambe esplorando con finezza psicologica l'animo umano. Anna, una giovane bella e solare, ama la natura, legge, dipinge e sogna l'amore totale. Ha solo diciotto anni quando il trentacinquenne principe Prozorskij, folgorato dalla sua bellezza, la chiede in sposa. Convinta di aver trovato in lui il vero amore, dovrà invece scontrarsi con un marito capace di concepire questo sentimento solo come possesso carnale... Sarà un vecchio amico del principe, Bechmetev, uomo sensibile e incline all'arte, a farle conoscere quella consonanza di anime in cui crede, ma Anna non tradirà il marito né i suoi amati figli, bensì continuerà a lottare per il suo matrimonio. Fino a quando Prozorskij, roso dal dubbio e dalla gelosia, trasformerà quell'amore puro in un "amore colpevole".

Le frasi più belle di 'Amore colpevole'


'In amore non ci si può fermare a metà strada, 
l’amore esige una dedizione totale… '


'Ogni donna, ama davvero solo una volta'