domenica 6 dicembre 2020

L'appello|| La recensione del nuovo romanzo di Alessandro D'Avenia



Titolo: L'appello

Autore: Alessandro D'Avenia

Editore: Mondadori

Collana: Scrittori italiani e stranieri

Anno edizione: 2020
In commercio dal: 3 novembre 2020
Pagine: 348 p., Rilegato 
  • EAN: 9788804734246

La recensione de 'L'appello'

Ho letto 'L'appello' in due giorni; quando leggo molti libri capisci gà dalle prime pagine se vale la pena continuare o abbandonare la barca. Questa volta Alessandro D'Avenia non mi ha deluso; ho ritrovato in questo romanzo lo stesso autore di 'Bianca come il latte, Rossa come il sangue' e ho amato ogni rigo, ogni paragrafo di questo libro. 

'La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio su una lapide. Nell'uno e nell'altro caso non hai l' iniziativa, quelle lettere sono tutto ciò che hai per venire alla luce e provare a rimanerci. Forse è per questo che gli antichi dicevano che il destino è nel nome: che ti piaccia o no, sei chiamato a rispondere all'appello'.  

Non vi dirò molto della trama che potete leggere in basso, ma posso assicurarvi che è un libro coinvolgente, passionale, a tratti colmo di dolore, ma riesce a dare speranza perché il protagonista no si perde d'animo, riesce a trovare un lato positivo in ogni cosa, anche quelle più impegnative. E poi la sua classe, una classe di 'rinnegati' che nessuno vuole, con cui nessuno vuole avere a che fare, ognuno con le sue storie difficili, le vite segnate da esperienze pesanti e affatto scontate per dei ragazzi che si stanno affacciando adesso alla vita. Eppure Omero (così si chiama il professore) riesce a stabilire con ognuno di loro un legame, una sorta di collegamento, facendo leva su fattori diversi per ognuno dei suoi interlocutori. Un libro che potrete regalarvi o regalare a Natale, e che potrete acquistare qui!

'La vista è sopravvalutata: gli occhi finiscono per non vedere quello che vedono sempre, più vedono e meno guardano'.




Sinossi

E se l'appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po' di più chi lo porta? Allora la risposta "presente!" conterrebbe il segreto per un'adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l'appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky... Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni dalla rivelazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D'Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l'essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l'inizio di una rivoluzione? L'Appello è un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi – dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all'allegoria politico-sociale e alla storia di formazione –, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un'orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.

domenica 18 ottobre 2020

Cambiare l'acqua ai fiori|| Perché ho deciso di non leggerlo



Titolo: Cambiare l'acqua ai fiori

Autore: Valérie Perrin

Editore: E/O
Collana: Dal mondo
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 10 luglio 2019
Pagine: 476 p., Brossura 
  • EAN: 9788833570990

Da ogni dove si leggono commenti e recensioni sul fenomeno letterario 'Cambiare l'acqua ai fiori'; un libro che non mi ha incuriosito sin dalla sua uscita, ma che tramite i vari commenti sui social e sui blog di libri ho deciso che forse avrei dovuto leggere. Generalmente non mi piace leggere i libri osannati dalla critica perché molto spesso si rivelano delle porcherie, ma questa volta mi sono voluta dare una possibilità. Inoltre ho un modo tutto mio di scegliere i libri da leggere, un modo forse molto poco ortodosso, ma che ormai fa parte di me, e difficilmente potrò decidere di modificare: scelgo i libri dal titolo o dalla copertina. Non ridete, perché è una cosa molto seria. La copertina deve essere accattivante, deve attirare l'attenzione, altrimenti nemmeno mi soffermo sul libro. Lo stesso vale per il titolo: mi deve incuriosire. Generalmente il mio sesto senso non sbaglia, e leggo sempre libri che poi alla fine confermano le mie aspettative. 

Ho iniziato a leggere 'Cambiare l'acqua ai fiori', ma mi ha messo su una tristezza infinita già dalle prime pagine. Non è stato perché la protagonista fa la guardiana del cimitero, ma per quello che racconta e come lo racconta. 'Succede sempre così con la morte: più è antica e meno presa ha sui vivi. Il tempo distrugge la vita. Il tempo distrugge la morte'. A volte ragiona in modo cinico, ma non lo fa con premeditazione; molto probabilmente è dovuto alle esperienze che l'hanno segnata, ma mentre leggevo ho provato più volte un senso di angoscia. 

'Cambiare l'acqua ai fiori' è scritto in maniera eccelsa, ma l'autrice non me ne voglia: non ho potuto continuare la lettura. Non mi piace l'ambiente in cu vive, non mi piace la sua ossessione maniacale di appuntarsi sui registri cosa è successo durante le esequie, non mi piace nemmeno la protagonista: non sono riuscita a inquadrarla. L'autrice non la descrive e di lei sappiamo soltanto come era quando aveva 15 anni. Troppo poco per inquadrarla chissà quanti anni dopo a fare la custode del cimitero. 

La trama è molto ben strutturata, con tutta una serie di personaggi trasversali di cui viene descritta la vita o singoli episodi. Chissà se un giorno riuscirò a finire questo libro, ma per il momento non me la sono sentita. E' raro che lasci un libro a metà, e molto probabilmente è colpa mia che non sono ben disposta verso una storia del genere. Intanto vi lascio la sinossi, nel caso a qualcuno possa interessare. 

Voi lo avete già letto? Che sensazioni vi ha lasciato?

Sinossi

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba.


'Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi

come un tè al gelsomino con un po' di miele'

martedì 22 settembre 2020

La quinta stagione || Recensione

 Oggi vi racconto le mie impressioni su 'La quinta stagione e altri racconti' di Angelo Salvione, edito da Edizioni 2000diciassette. Si tratta di una serie di racconti tutti diversi, tutti molto profondi; conosciamo Claudia che aveva deciso di vivere 'senza orologio, il suo tempo era ballerino'. 'Le persone che la conoscevano non la descrivevano mai, era difficile trovare parole che la definissero, aggettivi che la colorassero, verbi che ne rendessero un'idea compiuta'.




Poi passiamo ai segreti della famiglia Grifalchi, la cui villa trascende i destini di chi vi abita, diventa simulacro, si trasferisce nell'immaginario altrui come cosa viva; che dire poi del giudice Castaldi che si sofferma a riflettere su 'quanto l'animo umano fosse succube di convenienze opportune e di cerimoniose formalità'. L'ambigua amicizia tra Sara e Filippo, una ragazza e un uomo maturo, due anime che si raccontano tutto: questo forse è stato il racconto che ho letto e riletto più volte, il più bello, triste ma estremamente 'vero'.

Questi sono soltanto alcuni dei racconti che leggerete ne 'La quinta stagione'. Una particolarità di tutti è che nulla è dato per scontato, ma molto spesso soltanto alle ultime battute il lettore capisce il senso di tutto il racconto. Oltre al giudizio sulla trama dei singoli racconti, tutti eccezionali, mi sento in dovere di scrivere due righe anche sulla scrittura matura di Angelo Salvione; una scrittura concisa, molto formale, a tratti quasi accademica, ma che risulta tanto più reale che il lettore non può fare a meno di amare ad ogni pagina.

Se lo consiglio? 'La quinta stagione' è sicuramente un libro da consigliare ad amici e conoscenti e, perché no, anche da regalare ai propri cari. 


mercoledì 9 settembre 2020

La leggenda di Castel Marina || Recensione



Titolo: La leggenda di Castel Marina
Autore: Maria Cristina Pizzuto
Editore : PubMe (1 giugno 2020)

Sinossi

La giornalista Elena viene incaricata di scrivere un articolo sulle vicissitudini di Castel Marina e di un ipotetico fantasma che porta vendetta e dolore ai clienti dell’albergo che domina il piccolo borgo.In quelle settimane Elena vivrà l’angoscia e gli incubi di Nirak, che la perseguiterà facendole rasentare la pazzia, portandola verso l’oblio e la morte della sua anima.Solo l’essenza protettiva dello spirito di Elisabetta permetterà ad Elena di ritrovare la lucidità persa e riprendere in mano la sua vita, fronteggiando una volta per tutte il malefico spirito del signor Nirak.

La recensione di Libriinuscita

Ho letto 'La leggenda di Castel Marina' in appena un pomeriggio, mentre prendevo il sole al mare. Mi è piaciuto sin dalle prime battute, e non sono riuscita a lasciarlo se non alla fine. Non è un romanzo, ma una sorta di racconto lungo scritto molto bene, anzi, talmente bene che il lettore quasi vede davanti a sé i vari personaggi, con le loro caratteristiche fisiche e caratteriali. Potrebbe essere un'ottima base anche per una rappresentazione teatrale o addirittura per un romanzo vero e proprio. L'autrice è riuscita a trasmettere talmente tanti sentimenti (amore, rabbia, paura, affetti, terrore, felicità) che quando ho finito di leggere 'La leggenda di caste Marina' sono rimasta quasi con l'amaro in bocca, perché volevo leggere ancora qualcosa su quel luogo che è riuscito a stregare anche me. Avrei continuato a leggere degli ospiti terrorizzati che scappavano dall'hotel, dei loro racconti, le loro interviste, e avrei letto ancora i tanti ricordi di Erica, la vera grande protagonista di questa storia, oppure saperne qualcosa in più sulla storia d'amore tra Elisabetta e Andrea. 
Un racconto che ho preferito a tanti altri letti durante l'estate, perché riassume in sé mistero, tragedia, storia d'amore. Sicuramente un libro che consiglio e che leggerò volentieri per la seconda volta. 



martedì 28 luglio 2020

Jack & Rebecca di Demetrio Verbaro || Recensione


Autore: Demetrio Verbaro
Editore: PubMe
Collana: Policromia

Incipit

'Stelle cadenti graffiarono di fuoco la note, lacerando il cielo come pugnali grondanti sangue caldo. La luna comincio a lamentarsi dello scempio di quelle sue figlie ribelli, ma esse continuarono a rigare la notte, incuranti dei rimproveri. Come rivoluzionari in preda al furore dei valori, che adolescenti in balia dell'eccitazione degli ormoni, fecero regnare il caos e il disordine. La notte cominciò a ribollire di vita e di coraggio e di passione e ri colore e di luce'.

Sinossi

Jack è un ragazzo di Roma, Rebecca di New York.

Il destino li farà incontrare, il loro amore scoppierà nello stesso istante in cui i loro occhi s’incroceranno la prima volta.

Hanno un passato difficile alle spalle, il loro amore sarà sottoposto a prove enormi. Riusciranno a superarle e stare insieme oppure sarà più forte il fardello del loro passato?

La recensione di Libriinuscita 

'Jack &Rebecca' è un romanzo che ti entra nell'anima senza nemmeno che il lettore se ne renda conto. L'ho letto in appena un giorno e mezzo, cosa che mi accade molto di rado, e una particolarità che ho apprezzato molto di questa lettura è che i personaggi e le ambientazioni sono talmente tanto verosimili che il lettore li vede davanti ai suoi occhi quasi come fossero personaggi di un film o una serie televisiva. Ho amato tutti i personaggi che Demetrio Verbaro ha fatto vivere in 'Jack & Rebecca': ognuno, nel bene o nel male, aveva le sue ragioni per comportarsi in quel determinato modo. Le nostre azioni spesso non sono altro che 're-azioni' a quello che ci è accaduto precedentemente. Non amo leggere storie d'amore, ma 'Jack & Rebcca' non è affatto scontato come spesso accade con questo tipo di letture; vi terrà col fiato sospeso fino all'ultima pagina. 

Le fasi più belle di 'Jack & Rebecca'

'Non ho scheletri nascosti dentro uno stupido armadio, ho demoni che banchettano all'aria aperta con la ma anima, che alla luce del giorno divorano il mio cuore'

'A volte il cielo è di un azzurro terso, quasi abbagliante, e poi all'improvviso s'annerisce e scoppia un temporale. A volte il mare è calmo, senza onde visibili a occhio nudo, e poi inaspettata arriva una tempesta, che alza cavalloni così alti da oscurare il cielo. A volte la vita ti va bene, sei felice e ti senti piano di speranza, ma senza preavviso succede qualcosa che spazza via ogni tua sicurezza trascinandoti nel fango'

'I loro corpi si avvicinavano sempre di più, come se fossero legati da un elastico che era stato teso per tutti gli anni in cui erano stati lontani, e ora che si erano conosciuti e trovati premeva per tornare alla sua forma naturale'



domenica 12 luglio 2020

Come ombra all'imbrunire || Recensione



Titolo: Come ombra all'imbrunire
Autore: Manuela Stangoni
Editore: Lettere Animate

Ho letto 'Come ombra all'imbrunire' molto lentamente rispetto ad altri romanzi che generalmente divoro; questo mi succede raramente, soprattutto con quei libri che voglio tenermi stretta perché le emozioni che mi trasmettono sono talmente tanto forti che sarebbe un peccato non custodirle gelosamente e farle proprie. Non ho mai letto nulla di Manuela Stangoni, anzi, fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno esistesse, ma la maestria con cui ha saputo tirare fuori tutta una serie di personaggi ognuno con le proprie peculiarità e le proprie caratteristiche, me l'ha fatta apprezzare sin da subito. Mi sono trattenuta dal leggere 'Come ombra all'imbrunire' tutto d'un fiato soltanto perché i temi trattati sono molto forti, i sentimenti raccontati il lettore riesce non solo a vederli ma anche a viverli sulla sua pelle, e non nego che, a tratti, il lettore si rivede in uno o più dei personaggi, con i loro sogni, la loro goffaggine, il loro dolore o la loro felicità. Complimenti a Manuela Stangoni per essere riuscita a costruire non solo una trama interessante che invoglia il lettore a proseguire nella lettura, ma soprattutto a dare vita a una varietà di personaggi tutti molto ben caratterizzati, e soprattutto facilmente individuabili dal lettore.





Sinossi:

Luna e Leonardo compiono un viaggio in Sud Dakota. Le tappe sono diverse, ma la prima è quella alla quale Leonardo tiene di più: nel villaggio Lakota. Luogo ricco di atmosfere facenti parte di un disegno armonioso, in cui la natura si interseca con l’uomo nel più completo rispetto e amore reciproco. Lì, sia Leonardo sia Luna, contempleranno un’esistenza governata da gesti vicini alla sacralità, dominata dall’orgoglio e dall’ostinata volontà con cui i nativi dimostrano un attaccamento particolare alle loro tradizioni. 
Proprio in questo luogo una notizia dilaniante farà mettere in discussione l’affetto che lega Leonardo ai suoi genitori; e per come hanno luogo i fatti, anche nei confronti di Luna, visto che palesa una sorta di complicità. 




sabato 6 giugno 2020

La giusta distanza di Sara Rattaro|| Recensione




Titolo: La giusta distanza
Autore: Sara Rattaro
Collana: Pandora
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 14 gennaio 2020
Pagine: 247 p., Rilegato 
  • EAN: 9788820068523


«L'amore non è l'estate, l'amore è superare l'inverno.»
«Le stelle sono corpi celesti simili al Sole ma più lontani. Per questo a loro è affidato solo il compito di farci sognare o esprimere desideri, non quello di nutrirci e scaldarci. È la distanza da noi a segnare il confine tra ciò che consideriamo segno e ciò che ci serve per vivere.»


Ho finito di leggere 'La giusta distanza' già da qualche mese. Ho voluto 'masticarlo' bene, perché come tutti i romanzi di Sara Rattaro toccano temi molto vicini che potrebbero riguardare qualunque tipo di lettore. Ho aspettato a dire la mia opinione perché, forse per la prima volta, mi trovo spiazzata non avendo un giudizio deciso sulla mia lettura. Mentre tutti gli altri libri che ha scritto l'autrice, a partire dal mio preferito 'Un uso qualunque di te' fino ad arrivare a 'L'amore addosso' o 'Uomini che restano' li ho letti praticamente in un giorno perché coinvolgenti e con quel pizzico di mistero che suscita una sorta di curiosità insita in noi donne, 'La giusta distanza' l'ho letto stentatamente. Ho amato molto la storia d'amore della protagonista col ragazzo incontrato per caso in un pub londinese, ma ho odiato altrettanto l'amore 'a distanza' di quello che poi è diventato suo marito, un amore in sordina, smorzato, che avrebbe voluto gridare tutto il suo sentimento ma che invece è stato solo in disparte ad osservare, forse anche a giudicare, le scelte della protagonista. Non vi dico oltre per evitare di farvi perdere l'interesse nella lettura de 'La giusta distanza', ma se dovessi dargli un voto non è sicuramente questo il capolavoro di Sara Rattaro. Spero di leggere presto qualcosa che mi scaldi il cuore come tutti gli altri suoi romanzi! 

Sinossi

L'aereo è al completo: una fitta trama di storie e destini casualmente uniti e allineati. Tra loro c'è un uomo che ha preso quel volo per mettere distanza tra se stesso e la sua vita: forse per fuggire, forse per capire. All'improvviso, il segnale di allacciare le cinture, un tremore che scuote tutto l'aereo, e la sensazione tangibile di precipitare. Mentre il panico prende voce e corpo tra i passeggeri, quell'uomo vorrebbe aggrapparsi con tutte le sue forze proprio alla vita che, fino a un istante prima, sentiva ormai lontana. D'istinto, cerca la mano della donna seduta lì accanto, anche lei chiusa nella sua paura. Una stretta che si fa conforto, un abbraccio che diventerà passione quando, scongiurata la fine, i due compagni di viaggio decideranno di annullare ogni distanza tra loro e condividere la notte. In attesa del mattino, di un nuovo imbarco, di una direzione da prendere e della vita che sarà ancora lì ad attenderli. Ma che potrebbe non essere più la stessa di prima. Perché a volte basta un attimo per dare nuovo senso al passato e nuova forma al futuro. Sara Rattaro torna a disegnare le imprevedibili traiettorie dell'esistenza, tra destini che invertono la rotta e coincidenze mancate per un soffio, distacchi che dilatano l'assenza e distanze che misurano il peso di un amore. Un romanzo coinvolgente che percorre le stagioni di una relazione, accendendo una luce su quella fase delicata e paziente in cui un sentimento trova la sua cura e riscopre la sua essenza, perché 'la bellezza di un amore non è né all'inizio né alla fine, è nel mentre'.

domenica 26 aprile 2020

Recensione 'Il cigno nero' di Antonio Mazziotta





Titolo: Il cigno nero
Autore: Antonio Mazziotta

Editore: PubMe
Formato: EPUB

Testo in italiano
Cloud: Sì Scopri di più
Compatibilità: Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
Dimensioni: 645,82 KB
  • EAN: 9788833664606

Sinossi

Sedici racconti straordinari nella loro ordinarietà, uomini e donne come tutti noi che si trovano ad affrontare un difficoltoso e irto percorso chiamato vita. Cigni neri ma dalle cui piume si spargono gocce d'arcobaleno.

Recensione 'Il cigno nero' di Libriinuscita

L'idea dei racconti mi è andata subito a genio per questo triste periodo di quarantena dove inizio e non finisco mille libri e mille telefilm. Non riesco a trovare quasi nulla che mi interessi più di tanto, ed è dovuto soprattutto alla nostra reclusione forzata. 'Il cigno nero' mi ha colpita per il titolo, che mi ricordava un film visto tempo addietro che raccontava la rivalità tra ballerine portata alle estreme conseguenze. Ho pensato subito che potesse essere interessante, e come faccio spesso mi sono lasciata conquistare anche alla copertina. Mi è piaciuta sin da subito, con questa piuma nera dalla quale sono cadute, forse, delle gocce di inchiostro miste a schizzi di colore diverso. Che sia sangue?
16 racconti in cui si parla di un rapporto inesistente padre  figlio, una famiglia distrutta, un uomo che si lascia governare dagli eventi, un uomo ormai avanti con gli anni che si scopre succube delle abitudini, tutti episodi di vita quotidiana o spezzoni di ricordi sparsi, occasioni perdute, errori commessi, vite buttate. Il lato oscuro che fa parte di ognuno di noi, personaggi come tanti che rendono partecipe il lettore dei loro pensieri. Racconti che potrebbero essere quelli di qualunque lettore, anzi, potrebbe essere che ci si ritrovi in uno di questi racconti, tanto i personaggi sono ben delineati dal punto di vista caratteriale. Il lettore se li immagina, potrebbero essere suoi conoscenti, o addirittura persone che conosce molto bene o familiari. Antonio Mazziotta crea delle storie verosimili, fatte di personaggi che il lettore si immagina in carne e ossa, il tutto scandito da un modo di scrivere che io ho gradito molto e di cui vi riporto qualche frase alla fine di questo articolo. 
Vi consiglio la lettura de 'Il cigno nero' perché i racconti sono tutti interessanti e scritti molto bene. Lo trovate su Ibs qui  


Le frasi che ho amato de 'Il cigno nero'

'Avevo paura. 
Quella bestia mi avrebbe ucciso, prima o poi, ne ero certo. 
Ma ormai non sapevo più cosa facessi, 
sapevo solo che mi faceva stare bene e lo facevo.... 
Nulla di grave, in fondo, 
se non che continuavo a essere colpevole 
e continuavo ad assolvermi'

'Il desiderio non è che una momentanea privazione'

'Per il momento devo sopravvivere senza opporre resistenza. 
So già come fare perché non è la prima volta. 
Mi muoverò piano,
 trascinerò il mio cadavere proprio come fa una persona triste.
 Questo stato d'animo non mi impaurisce come dovrebbe, 
è ormai un'abitudine, ed è la cosa che mi fa meno paura'.

'Temo che morirò con un profondo senso di risentimento 
verso la vita e imprecando verso quello che dopo, forse, verrà'.

lunedì 13 aprile 2020

Il giorno uno di noi due || Recensione

In questi giorni di quarantena sto leggendo oltre ogni immaginazione, un po' per noia, un po' perché ho un sacco di libri da leggere ma che per mancanza di tempo, non ho mai nemmeno iniziato.
Quasi per caso mi sono ritrovata tra le mani un libro un po' datato che non ricordo nemmeno perché avessi acquistato, visto che il titolo nemmeno mi ispirava: 'Il giorno uno di noi due'. 
Stessa cosa l'autrice: Stefania Rossotti. Sentita nominare, ma nulla di più.



Autore: Stefania Rossotti
Editore: Mondadori


Iniziato a leggere appena ieri, finito in questo momento. Preferisco recensire 'Il giorno uno di noi due' a caldo, per trattenere tutte le emozioni che mi ha rilasciato. Posso sicuramente affermare che è un libro che mi ha fatto piangere dall'inizio alla fine, che racconta emozioni talmente tanto tangibili che si possono toccare, sentimenti talmente vivi che possono essere quelli di ognuno di noi. Un libro che fa riflettere su tante cose: le scelte che siamo chiamati a fare, le amicizie di una vita, le persone con cui ci relazioniamo, il legame che si crea con alcune persone piuttosto che con altre, la solitudine, il rifiuto, il bisogno di essere amati. Ho amato ogni pagina, ogni singola frase di questo libro. Finalmente un libro che rileggerei volentieri (generalmente finisco un libro e non lo leggo più).
Ma questo mi ha aperto ferite personali che pensavo di aver rimarginato col tempo, e invece, ho scoperto essere ancora aperte e sanguinanti. Un libro che fa capire il senso di alcuni legami che ci accompagnano per tutti i giorni della nostra vita, senza poterci dare una spiegazione e senza essere costretti a chiederci il perché.

Un libro che ho acquistato forse due anni fa in occasione di una giornata di sconti in libreria, e che mai avrei acquistato non solo perché il titolo non mi intrigava, ma anche perché nemmeno la copertina mi incuriosiva più di tanto. Ringrazio la mia quarantena per aver scoperto questo capolavoro, e ringrazio l'autrice, Stefania Rossotti per aver saputo raccontare i sentimenti in maniera così vivida e prepotente. 

 Sinossi

Un uomo e una donna si rincorrono, si parlano, si amano per tutta la vita, senza stare insieme. Vogliono che sia per sempre, dunque decidono che non sarà, mai. Nasce così il loro amore senza conseguenze. Un legame, inscindibile e segreto, in cui ogni giorno è il giorno uno, il domani non c’è e la fine non è prevista.
Una storia che comincia con i due protagonisti ancora bambini. Ma già alleati dentro al dolore: lui che affronta la perdita della madre, lei cresciuta nel gelo di una famiglia anaffettiva. Da qui l’idea, folle e perfetta, di provare a vivere un amore messo al riparo da tutto: dal mondo, dagli altri, da qualsiasi idea della fine. Nascosto e invincibile. La formula esatta per l’eternità.

Le frasi più belle di 'Il giorno uno di noi due'

'Non sono tua, non sei mio.
Posso essere dentro di te, posso essere te. 
Ma non posso esserti accanto...'


'Non ci sei tu a tenermi insieme. 
Non ci sei e non richiamo. 
Ho bisogno di te, del nostro segreto, 
del nostro buio, dove tutti i pezzi di me tornano insieme. 
Ho bisogno di te. 
Sei la mano che dà forma al mio corpo,
come fossi creta sul tornio. Ma non ci sei...'


'Preferisco credere che tu abbia sentito tirare la corda che ci unisce
 e che sempre ci strappa alle cose che siamo facendo, 
alla vita che stiamo vivendo. 
Sai di cosa sto parlando, è stato sempre così. 
Sentiamo quella tensione, 
quel richiamo e cominciamo a cercarci, di corsa. 
A volte è bello, più spesso è dolore.' 



'Non siamo mai riusciti a caminare di fianco, 
anche se siamo stati vicini, allineati, per tutta la vita.
 Ti ho sempre dovuto rincorrere 
e tu hai sempre dato per scontato che lo facessi: 
chi mi ama mi segue. e io ti amavo, a modo nostro'. 



sabato 28 marzo 2020

Libri in uscita: Idda di Michela Marzano


Titolo: Idda
Autore: Michela Marzano
Editore: Giulio Einaudi Editore

'Idda' di Michela Marzano è un romanzo che vorremmo consigliarvi in questo periodo in cui la maggior parte degli italiani è chiusa in casa e quale occasione migliore di questa per rilassarsi con la lettura di un buon libro? 

Sinossi 

Annie è ricoverata in una residenza protetta, il suo mondo è ormai una stanza, la 315. Il passato sta scivolando via, mescola gli anni, i luoghi, le stagioni. Poco importa se sia Alzheimer o demenza senile, i ricordi stanno sparendo, sembra aver bisogno solo d'amore.
Alessandra, compagna di suo figlio Pierre, la assiste, la ascolta. È professoressa universitaria di Biologia. Ha abbandonato a ventitré anni la Puglia, quando il suo mondo si era sbriciolato: era fuggita, dopo la morte della madre, per non tornare mai più. Ha chiuso la porta ai ricordi, ha costruito la sua vita professionale e affettiva a Parigi, «Punto e daccapo» come diceva sua madre. Si è sempre detta che l'importante è il presente ma, mentre cala il sipario nei ricordi di Annie, mentre con Pierre riordina la sua casa tra oggetti da buttare e altri da conservare, sente riemergere parole e memorie che, né la lingua francese, né il lavoro e l'amore per Pierre sono riusciti a cancellare.

venerdì 20 marzo 2020

Le colpe degli altri di Linda Tugnoli || Recensione

Titolo: Le colpe degli altri
Autore: Linda Tugnoli
Editore: Editrice Nord
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Sinossi


Ogni vita nasconde un segreto. Ogni luogo cela un mistero. Ogni delitto racconta una storia La forma a ventaglio e il colore tipico di quel periodo autunnale, un giallo così acceso da sembrare innaturale. Impossibile sbagliarsi, per un giardiniere come lui: è una foglia di Ginkgo Biloba. Ed è la seconda cosa fuori posto che Guido nota in quel giardino trascurato, parte di una grande villa abitata solo per due settimane l’anno, in agosto. La prima, invece, è stata una ragazza bionda stesa a terra, con indosso un elegante vestito lungo, dello stesso punto di blu dei suoi occhi spalancati sul nulla. Forse per colpa di quel colore che lo riporta a un passato mai dimenticato, o per quella foglia inconfondibile in un giardino senza alberi di Ginkgo Biloba – un dettaglio che Guido, per qualche strana ragione, non segnala alla polizia –, o magari per quel sentore di un profumo antico e familiare che solo lui, grazie al suo olfatto finissimo, ha percepito sulla scena del delitto, comunque sia quella ragazza sconosciuta e il suo triste destino diventano quasi un’ossessione per Guido. Sebbene abbia svariati motivi per mantenere un profilo basso, non resiste alla tentazione d’intraprendere una sorta d’indagine clandestina parallela a quella ufficiale. E il punto di partenza è proprio la foglia di Ginkgo Biloba. Perché lì, in Valle Cervo, in alcuni giardini privati in effetti ci sono degli alberi di Ginkgo. Guido inizia così un pellegrinaggio nei luoghi che lo hanno visto nascere e da cui se n’era andato per cercare fortuna in Francia, ma dov’è tornato da qualche anno per ritrovare una certa tranquillità. Una valle dimenticata dal resto del mondo e in cui pare che il tempo sia sospeso, una valle dove tutti parlano poco e non succede mai nulla. Ma dove sono nascosti segreti che non è più possibile tenere sepolti… 


La recensione de 'Le colpe degli altri'

Linda Tugnoli ha scritto un libro che non si può definire un giallo vero e proprio. Si tratta di un romanzo dove oltre al mistero, al delitto, all'indagine poliziesca, si intrecciano le vite di altri personaggi, l'ambientazione, la valle con la sua storia. Mentre non riusciamo ad avere subito la descrizione di Guido, il lettore immagina sin dalle primE pagine l'ambiente in cui il racconto si svolge. Se lo immagina in modo nitido, quasi come fosse reale dinanzi ai suoi occhi. Guido lo si costruisce a poco a poco, ma non lo si riesce a inquadrare perfettamente se non verso la metà della lettura. Il suo personaggio viene fuori piano piano, da qualche parola o aggettivo che ne descrive gli atteggiamenti o la sua persona. Incanta sin da subito il mistero della ragazza trovata morta con indosso un abito da sera d'altri tempi e una rosa antica tra le dita... che dire! Non potete perdervelo!








lunedì 16 marzo 2020

Ten di Ilaria Bonelli || Recensione

Oggi vi posto la recensione di un libro che ho appena finito di leggere: si tratta di 'Ten' di Ilaria Bonelli, edito da Pubme per la collana Policromia.



Sinossi


Dieci sconosciuti, un sadico gioco. Una volta all'anno un gruppo misto e variegato di persone viene catturato e rinchiuso in una struttura abbandonata, braccato da killer sadici e senza scrupoli. L'obiettivo è sopravvivere fino alla mezzanotte del giorno seguente e scappare. Leena Morgan, sopravvissuta già una volta al terribile gioco, architetta per dieci anni una vendetta che la ricondurrà tra le grinfie dei killer in una vecchia fabbrica dismessa insieme col vicesceriffo della sua contea. Farà il possibile per salvare gli ignari giocatori e per scovare i responsabili di quell'orrore ricorrente.


La recensione di Libriinuscita

Quando ho letto la sinossi, ho subito pensato che la trama mi ricordava qualcosa a metà strada tra 'Hunger Games' e 'Saw- L'enigmista', ma già dalle prima pagine ho capito che non si trattava  di fantascienza né di inutili spargimenti di sangue. Ilaria Bonelli ha un modo di scrivere che proietta il lettore sul palcoscenico, rendendolo parte attiva dell'azione. La protagonista ha vissuto un'esperienza che non solo le ha cambiato, ma le ha sconvolto la vita, e alcune sue decisioni, per quanto rigide e a prima vista prive di sensibilità, sono in realtà delle soluzioni obbligate per riuscire nell'intento che è quello di portare fuori da quel gioco infernale quante più persone possibile. Non nascondo che in qualche punto avevo le lacrime agli occhi, mentre in altri ho quasi imprecato con la protagonista per le scelte fatte. Purtroppo in questo thriller ci sono delle persone che moriranno e altre che si salveranno, e il finale non è scontato come potrebbe sembrare a chi si ferma a leggere solo la sinossi. La trama è molto ben strutturata, in modo che il lettore non perda l'interesse e continui nella lettura fino all'ultima pagina.
Anche lo stile è impeccabile; 'Ten' si legge in modo spedito perché è scritto in modo semplice ma non superficiale. Consiglio la lettura di questo thriller edito da Pubme, che potrete trovare in tutti gli store online. vi lascio qualche link:






domenica 1 marzo 2020

Hollow Paziente zero|| recensione


Autore: Angelo Pio Cassella
Titolo: Hollow: paziente zero
Editore: Edizioni 2000diciassette


'C’è davvero qualcosa che sta avvelenando le persone? È nel cibo? Nell’aria? Trasportato dal vento o è nello smog del traffico? E se invece fosse qualcuno?'
Il libro che vi proponiamo oggi sembra rispecchiare a pieno il momento storico che l'Italia e tutto il mondo stanno attraversando ormai da oltre un mese. Un virus letale sconvolge la tranquilla vita di una città che potrebbe essere una qualunque città di un punto qualsiasi del pianeta. Una serie di morti per avvelenamento allertano due amici appena ventenni che, superata la paura iniziale, si impegnano per cercare di venirne a capo. Non vi dirò oltre della trama, ma sappiate che ogni pagina di questo piccolo gioiello nasconde un indizio, una curiosità, un tassello in più che porterà all'epilogo, in un crescendo di tensione e di suspence. Ho amato l'amicizia tra Aaron e Isaac, un'amicizia bella, pulita, rispettosa dei silenzi e dei comportamenti a volte bizzarri dell'essere umano. Un'amicizia accomunata forse dalla solitudine e che in quel 'trovarsi' ha costruito un porto sicuro, quasi un'isola felice chiamata 'casa', perché spesso 'casa' non coincide con nucleo familiare, ma con affetti e sentimenti che vanno oltre ogni logica e razionalità. Un libro che fa riflettere su amicizia, avidità, dolore, caducità di tutte le cose che ci circondano, impotenza di fronte a eventi che sembrano più grandi di noi. 'Siamo esseri deboli, mossi dal vento come piccoli e fragili rami, in balia delle onde del destino'.


La trama de 'Hollow: paziente zero'

Cosa fare quando ci si ritrova faccia a faccia con la morte? Combattere. Il 20 novembre dell'anno 2016 è un giorno come un altro, una domenica anonima e cupa. Due giovani amici seduti al tavolo di un bar parlano ma qualcosa di imprevedibile e surreale è in agguato. Una serie di omicidi. Tutti intossicati. Un virus o un batterio letali? In città c'è un clima di terrore che fa pensare: "Sarò forse io, il prossimo?". Aaron e Isaac indagano. Trovano il filo rosso che unisce gli omicidi: l"'Avidità" nera e bieca, strisciante come un serpente. Aaron e Isaac, due giovani eroi, vogliono lottare. Affrontano peripezie, incontrano nuovi e inaspettati amici, si meravigliano. Vengono a conoscenza di nuove Verità, a cavallo tra l'umano e il divino.

Potete trovare 'Hollow: paziente zero' QUI 

domenica 23 febbraio 2020

Cercami di André Aciman|| Recensione


Titolo: Cercami
Autore: André Aciman
Editore: Guanda
Anno: 2020
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Cercami: recensione di Libriinuscita

Ho iniziato a leggere 'Cercami' sulla scia del precedente romanzo 'Chiamami col tuo nome', ma non sono riuscita a trovare la stessa freschezza e la stessa potenza di scrittura. Tanto ho amato 'Chiamami col tuo nome', tanto non vedevo l'ora di finire 'Cercami' che, nonostante la critica lo abbia osannato a capolavoro, in realtà mi è sembrato più come il risultato di un'operazione di marketing. 
Devo ammettere che anche io, finito il primo capitolo, sono rimasta un po' delusa perché la storia d'amore tra Oliver ed Elio non aveva avuto un finale felice, ma da qui a dover necessariamente portare la loro storia al finale che tutti volevano, forzando anche gli eventi con tutti gli annessi e connessi, mi sembra un po' banale e scontato. Tanti, troppi lettori hanno letto 'Cercami' sulla scia delle sensazioni che aveva trasmesso loro 'Chiamami col tuo nome' ma non penso che a tutti sia piaciuto come il primo romanzo che non poteva non rimanere nel cuore per il modo stesso in cui era raccontato l'amore tra i due.
'Cercami' inizia alla grande con la storia del padre di Elio che si innamora di una ragazza con la metà dei suoi anni, e questa parte è quella che ho apprezzato di più, quella più vera e più sentita. Tutto il resto poi sembra una cosa messa lì tanto per dare un senso alla storia, ma in realtà la parte che parla di Elio viene raccontata abbastanza bene ma manca di qualcosa nel finale, mentre la parte di Oliver viene messa lì e raccontata in maniera sommaria, quasi frettolosa, fino al finale che non ha nulla di eccezionale. I personaggi sembrano subire passivamente gli eventi, quasi come se a loro poco importi se una cosa accade o meno. 
Se devo esprimere una mia opinione personale, a volte è meglio che alcune storie rimangano in sospeso, e che il lettore assapori la tensione dell'incompiuto, piuttosto che dare alle storie un epilogo forzato che non solo non è sentito dallo stesso autore, ma potrebbe addirittura far scemare il successo ottenuto dalla storia fino ad allora.

Sinossi 'Cercami' di André Aciman

Sono passati parecchi anni da quell’estate in Riviera: Elio, in piena confusione adolescenziale, aveva scoperto la forza travolgente del primo amore grazie a Oliver, lo studente americano ospite del padre nella casa di famiglia. Erano stati giorni unici, in grado di segnare le loro vite con la forza di un desiderio incancellabile, nonostante ciascuno abbia poi proseguito per una strada diversa.
Il nuovo romanzo di André Aciman si apre con l’incontro casuale su un treno tra un professore di mezza età e una giovane donna: lui è Samuel, il padre di Elio, sta andando a Roma per tenere una conferenza ed è ansioso di cogliere l’occasione per rivedere suo figlio, pianista affermato ma molto inquieto nelle questioni sentimentali; lei è una fotografa, carattere ribelle e refrattaria alle relazioni stabili, e in quell’uomo più maturo scopre la persona che avrebbe voluto conoscere da sempre. Tra i due nasce un’attrazione fortissima, che li porterà a mettere in discussione tutte le loro certezze. Anche per Elio il destino ha in serbo un incontro inaspettato a Parigi, che potrebbe assumere i contorni di un legame importante. Ma nulla può far sbiadire in lui il ricordo di Oliver, che vive a New York una vita apparentemente serena, è sposato e ha due figli adolescenti, eppure… Una parola, solo una parola, potrebbe bastare a riaprire una porta che in fondo non si è mai chiusa.

La frase più bella di 'Cercami'

'A volte è 
meglio fermarsi quando si è raggiunta
 la perfezione 
piuttosto che affrettare i tempi 
e lasciare che le cose si guastino’

domenica 16 febbraio 2020

Recensione|| Tramonti di cartone


Titolo: Tramonti di Cartone
Autori: Marcello Affuso, Valentina Bonavolontà, Giulia Verruti.
Data di uscita: gennaio 2020
Genere: poesie
Editore: GMPress


Prima volta che mi avvicino a una raccolta di poesie, ma l'ho fatto con un anima nuova perché 'Tramonti di cartone' è stata una scoperta nel vero senso del termine: non immaginavo fosse stato scritto a più mani, e ancor meno immaginavo contenesse al suo interno una galleria di fotografie e illustrazioni eccezionali per spessore e temi trattati, che sono poi un continuum di quello che le parole degli autori hanno espresso nei loro componimenti.

Poesie e parole che hanno come tema centrale l'amore, i sentimenti. Ma il tema non viene trattato in modo mieloso e distaccato dalla realtà; anzi, devo ammettere che l'ottanta per cento delle persone che leggeranno 'Tramonti di cartone' si ritroverà tra le sue pagine come in un diario intimo e personale. Quanti di noi ricordano persone che, nonostante abbiamo appena intravisto nel corso della nostra esistenza, non hanno mai dimenticato? Uno sguardo, un sorriso, un gesto che rimangono scolpiti nella memoria e che niente e nessuno potrà mai farci dimenticare. 

Come ribattere alle parole di Valentina Bonavolontà che in 'Anna' dice:

'Il mio dolore è qui incastrato così profondamente dentro di me, che l'unica mia speranza è solo quella di abituarmi. Per me la morte è un punto e non trovo nessuna spiegazione, nessuna risposta'

Oppure alle parole di Giulia Verruti che in 'Vestito rosso' scrive:

'Eravamo due sconosciuti che non si erano mai visti prima e che riuscivano a tenersi per mano sostenendosi attraverso un tortuoso percorso ad ostacoli. Eppure non l'avevo nemmeno sfiorata'.

Vi consiglio di leggere la poesia o il componimento e di scorrere le pagine alla ricerca della fotografia o illustrazione che vi è collegata. Si tratta di una sensazione particolare, che generalmente soltanto un libro o soltanto la lettura non lasciano; una sensazione che difficilmente riesco a spiegare perché appaga l'anima e apre la mente su una serie di riflessioni sulla vita e sulla morte, sulla gioia e il dolore, come pochi scritti ormai riescono a fare. Una lettura che consiglio e che potrete trovare al seguente link.



Di seguito qualche passo tratto dal comunicato stampa di 'Tramonti di cartone'':

Tramonti di cartone è un progetto condiviso in cui i tre autori, Marcello Affuso, Valentina Bonavolontà, Giulia Verruti, l’illustratrice Federica Crispo e la fotografa Erica Bardi, scelgono di abbandonare la zona di comfort che permette di celare se stessi nel chiaroscuro delle proprie fragilità, come se la vera essenza di sé fosse qualcosa di cui vergognarsi e si mettono a nudo, parlando di amori vecchi e nuovi, amicizia, perdita, ricordo, incontri, dolore, speranze. Un lavoro corale in cui ciascuno fa la sua parte.
Il ricavato delle vendite verrà interamente devoluto alla Onlus I Care, associazione che ogni giorno lotta per portare in Africa acqua, istruzione e formazione ad un popolo duramente provato dalla fame, dalla miseria, dalla siccità, dalla guerra e da gravi emergenze sanitarie.
'Del tempo passato insieme amo la forza del vento, che mi ha indolenzito le ossa, sciolto il pianto, navigando nei miei dubbi. Questo essere luce e fango, lo strabordare di incertezze, un fitto precipitare nella felicità. La gioia non riesce a spiegare mai le sue ragioni'.
Tramonti di cartone è un viaggio, un duplice percorso di parole e immagini (66 sono i contributi totali) attraverso cui il lettore si potrà immergere in una profonda riflessione su se stesso, per riportare in superficie quella sensazione sopita, quell’emozione dimenticata, quel ricordo respinto a fatica sotto un cumulo di nuove esperienze. 
Da un incipit nostalgico, con tinte cupe e amare si arriva, scavando a fondo nel proprio io, a un messaggio di speranza e di fiducia verso un futuro ricco di nuovi incontri e di nuovi inizi. Il tramonto diventa dunque apertura verso prospettive ignote ed “estremamente affascinanti nel loro essere potenziali”, un preludio a una notte che porta consiglio e che lascia spazio a un inaspettato, tangibile stupore.
Da “un labirinto di periodi ipotetici” si giunge a una “luce straordinaria prima che sorga il sole”, a una madre terra che genera fiori nonostante l’arsura, a uno scambio di sguardi che si tinge di azzurro.
Il tramonto indica, metaforicamente, qualcosa che volge al termine, che si dilegua e che, declinando, svanisce sotto la linea dell’orizzonte. Nell’istante che precede la scomparsa della luce un sentimento di malinconia ci assale, come se fosse l’ultima occasione per afferrare “un’effimera illusione”.