giovedì 17 febbraio 2022

Il Giudizio Universale || Recensione


Titolo: Il Giudizio Universale
Autore: Raimondo Preti
Editore: Porto Seguro





Sinossi


Stanco degli uomini, Dio progetta un nuovo Giudizio Universale e invia sulla terra l'Arcangelo Gabriele per rapire i bambini meritevoli, coi quali ripopolerà la terra dopo l'evento. Così, in un quartiere di periferia di una qualunque città i bambini iniziano a sparire e sembrano inghiottiti dal buio di un improvviso blackout che ammanta i caseggiati, portato da una fitta pioggia silenziosa e dal fiume che cresce minaccioso. Gli intenti dell'Arcangelo sono senz'altro nobili: Gabriele adempie al suo compito, ligio al dovere, ma non mancherà di affezionarsi al piccolo Vanni e alla sua famiglia, di stupirsi del multiforme e bizzarro umano, di emularne i difetti, di prendersi a cuore le vigliacche creature che siamo. Con ironia dissacrante si narrano le avventurose vicende di Gabriele sulla terra, in un tourbillon di situazioni grottesche e diabolicamente divertenti, in cui tutti i personaggi fanno la parte di protagonisti, in un unico racconto a più voci.

 

La recensione de 'Il Giudizio Universale'

Ho letto le avventure dell'arcangelo Gabriele tutte le sere prima di andare a dormire. Una lettura che ha allietato le mie serate e mi ha fatto sorridere nonostante avessi trascorso una giornata non proprio facile. L'autore ha la capacità di ironizzare anche sui comportamenti più banali, portando il divino allo stato umano, in modo da farci capire che anche la perfezione ha delle caratteristiche che non sono immutabili, degli atteggiamenti e dei risvolti non sempre poco discutibili. Tra tutti emerge Gabriele che poverino accoglie il suo nuovo compito ma in realtà si rende conto che il mondo è bello perché è vario. Anche lui che è un Arcangelo assume degli atteggiamenti umani che il lettore apprezza. Entriamo in tante case diverse e situazioni del vivere quotidiano, tra la gente comune con i suoi drammi e le sue storie; incontriamo una serie di personaggi tutti talmente caratterizzati dalle loro azioni che non ci serve (e nemmeno ci interessa) sapere se hanno i capelli biondi o castani, gli occhi verdi o nocciola, sono umani, e come tali si comportano. Un libro che regala l'emozione di sentirsi umani, di sbagliare e di rimediare, se possibile, agli errori commessi, se ci si accorge di averne fatti. Un libro piacevole, scritto in maniera pregevole, con una trama ben articolata e mai banale. Consigliatissimo!

Lo potete trovare nei maggiori store online, oppure a questo link.



mercoledì 19 gennaio 2022

Recensione|| Le Beatrici di Stefano Benni

 Ho aspettato un po' prima di recensire 'Le Beatrici' di Stefano Benni, edito da Feltrinelli, collana I Narratori. Non ho letto recensioni prima di iniziarne la lettura, soprattutto perchè non mi piace sapere già tutto di quello che mi accingo a leggere, ma preferisco farmi un'idea durante la sua lettura.




'Le Beatrici' sono otto monologhi al femminile. Otto storie diverse, con altrettanti spunti e morali, ma con un'unica finalità che è quella di mettere al centro della scena la donna in tutte le sue sfaccettature. Tra le protagoniste dei monologhi, una donna ansiosa, una suora, una vecchia bisbetica, una donna lupo, una donna in carriera, un'adolescente crudele, una vecchia sognante, una giovane irrequieta. 

Dire che mi ha entusiasmato come altri libri dello stesso autore sarebbe errato. Ci sono stati racconti che mi sono piaciuti particolarmente, altri un po' meno; tutti intrisi di sarcasmo, a volte irrisorio, a volte quasi crudele, tipico di Stefano Benni. Lettura che si snoda in maniera facile e scorrevole, per chi cerca una lettura poco impegnativa, meglio ancora se fatta di racconti brevi da leggere mentre si ha poco tempo a disposizione. Lo consiglio soprattutto a chi ha bisogno di qualcosa di leggero, a tratti ironico, a tratti crudo e realistico, senza molte pretese, ma con un mare dentro per quanti siano in grado di assaporarlo.

Potete leggere un estratto qui.


  

giovedì 25 febbraio 2021

Recensione|| Insegnami la tempesta

 Ho appena finito di leggere 'Insegnami la tempesta' di Emanuela Canepa, edito da Einaudi.

Un libro che si legge in modo molto scorrevole; una trama molto ben costruita, descrizioni precise ma non troppo ricche di parole poco significative, sentimenti che traboccano e che riempiono il lettore come un'onda che lo investe all'improvviso. Una lettura che consiglio e che può interessare a quanti cercano un romanzo diverso dagli altri. Non è il libro migliore che abbia mai letto, ma posso confermare che non è per niente scontato ed è scritto in maniera superba. 


Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero big
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 18 febbraio 2020
Pagine: 248 p.
  • EAN: 9788806243333

Sinossi

C’è una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura. Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che si trova sua figlia, un’adolescente scappata di casa dopo l’ennesima lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l’ha abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.
Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.

venerdì 5 febbraio 2021

L'albero e il Mago|| Recensione della biografia illustrata di J.R.R. Tolkien

'L'albero e il mago' é un omaggio al padre della letteratura fantasy, J.R.R. Tolkien, creatore di 'Lo hobbit', della saga de 'Il Signore degli Anelli', del 'Silmarillion', ambientati in mondi fantastici popolati da strane creature custodi di storie affascinanti, miti e leggende.




L’Albero e il Mago – Biografia illustrata del padre della letteratura fantasy
illustrazioni Maria Distefano; Testo Paola Ancilotto; Grafica e Digital Painting Carmen Perin.
Collana “Le vie dell’anello”.
Ed. “L’Arco e la Corte" – Bari – pag. 52 - Illustrato - Euro 17,00
Per l'acquisto potete rivolgervi direttamente alla pagina Facebook oppure inviare una mail a ordini@arcoelacorte.it.


Nel giardino botanico di Oxford viveva un grande Pino nero.
Non è un albero qualsiasi, è un testimone silenzioso... forse anche un gentile suggeritore, le sue foglie e i suoi rami hanno raccontato a chi ha saputo ascoltare, storie di mondi sconosciuti fino ad allora.
Quella pianta secolare ha un nome: "Laocoon" ed è il custode dei pensieri di un professore di lingua e letteratura inglese, che sarebbe diventato di lì a poco uno dei più popolari scrittori di tutti i tempi.

La recensione di Libriinuscita


Premesso che sono un'appassionata di J.R.R. Tolkien e ho letto praticamente tutto quello che ha pubblicato, ma ho scoperto questo piccolo gioiello soltanto grazie alla sua illustratrice, Maria Distefano, a cui va il mio ringraziamento e la mia stima. Ho sfogliato 'L'albero e il Mago' con trepidazione e ogni pagina era una scoperta, un ricordo, una rievocazione di uno o più opere dell'autore. Attraverso le sue pagine ho ripercorso la biografia di J.R.R. Tolkien in modo facile, scorrevole, con quel pizzico di fantasia che avrebbe sicuramente fatto piacere all'autore. Un'opera che non può mancare nella libreria degli appassionati del genere fantasy senza limiti di età.

Sarebbe carino avere altre biografie di autori famosi scritte e illustrate in questo modo; invoglierebbero giovani e adulti a entrare più nel merito e capire di più della personalità degli autori dei libri che leggiamo quotidianamente.

Se ancora non avete avuto il piacere di leggere 'L'albero e il Mago' vi invito a vedere l'anteprima a questo link.



domenica 24 gennaio 2021

Il duca e io. Serie Bridgerton vol. 1|| la recensione

 Ho appena finito di vedere su Netflix la serie tanto acclamata 'Bridgerton' che, personalmente non mi ha colpito più di tanto. Una trama banale, con diversi errori storici e di costume, qualche scena di sesso bollente e tanta, ma tanta stupidità femminile. Una serie che tratta la donna peggio di un oggetto; sarà pur vero che nella Londra dei primi Ottocento le ragazze in età da marito venissero esposte come mercanzia al mercato e date al miglior offerente, ma non tutte saranno state così. L'unico elemento degno di rilievo il duca di Hastings, per il quale avrei messo nel congelatore la mia istruzione e la mia capacità di discernimento pur di sposarlo, ma per il resto, il nulla.

La serie è tratta dai romanzi di Julia Quinn, che sono balzati subito ai primi posti della classifica dei libri più venduti. Ed ecco che ho deciso di leggerne almeno uno per verificare se sia meglio il romanzo o il telefilm.


Devo dire che 'Bridgerton' è la trasposizione cinematografica fedele del romanzo 'Il duca e io'. Il romanzo è scritto in maniera molto semplice, senza inutili giri di parole. Molto scorrevole sia nelle descrizioni che nell'esposizione dei fatti. Il romanzo perfetto per chi, dalla lettura, cerca evasione e leggerezza. Ma nulla di più. Farlo addirittura balzare ai primi posti nella classifica dei libri più venduti mi sembra eccessivo, ma si sa che i gusti del pubblico non sempre riflettono la realtà dei fatti.

Traduttore: Milena Fiumali
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Anno edizione: 2020
Formato: Tascabile
In commercio dal: 22 gennaio 2021
Pagine: 341 p., Brossura 
  • EAN: 9788804724278
  • Acquistalo su Amazon

Vi lascio alla sinossi.

Londra, 1813. Simon Arthur Henry Fitzranulph Basset, nuovo duca di Hastings ed erede di uno dei titoli più antichi e prestigiosi d'Inghilterra, è uno scapolo assai desiderato. A dire il vero, è letteralmente perseguitato da schiere di madri dell'alta società che farebbero di tutto pur di combinare un buon matrimonio per le loro fanciulle in età da marito. E Simon, sempre alquanto riluttante, è in cima alla lista dei loro interessi. Anche la madre di Daphne Bridgerton è indaffaratissima e intende trovare il marito perfetto per la maggiore delle sue figlie femmine, che ha già debuttato in società da un paio d'anni e che rischia di rimanere - Dio non voglia! - zitella. Assillati ciascuno a suo modo dalle ferree leggi del "mercato matrimoniale", Daphne e Simon, vecchio amico di suo fratello Anthony, escogitano un piano: si fingeranno fidanzati e così saranno lasciati finalmente in pace. Ciò che non hanno messo in conto è che, ballo dopo ballo, conversazione dopo conversazione, ricordarsi che quanto li lega è solo finzione diventerà sempre più difficile. Quella che era iniziata come una recita sembra proprio trasformarsi in realtà. Una realtà tremendamente ricca di passione e coinvolgimento.




domenica 6 dicembre 2020

L'appello|| La recensione del nuovo romanzo di Alessandro D'Avenia



Titolo: L'appello

Autore: Alessandro D'Avenia

Editore: Mondadori

Collana: Scrittori italiani e stranieri

Anno edizione: 2020
In commercio dal: 3 novembre 2020
Pagine: 348 p., Rilegato 
  • EAN: 9788804734246

La recensione de 'L'appello'

Ho letto 'L'appello' in due giorni; quando leggo molti libri capisci gà dalle prime pagine se vale la pena continuare o abbandonare la barca. Questa volta Alessandro D'Avenia non mi ha deluso; ho ritrovato in questo romanzo lo stesso autore di 'Bianca come il latte, Rossa come il sangue' e ho amato ogni rigo, ogni paragrafo di questo libro. 

'La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio su una lapide. Nell'uno e nell'altro caso non hai l' iniziativa, quelle lettere sono tutto ciò che hai per venire alla luce e provare a rimanerci. Forse è per questo che gli antichi dicevano che il destino è nel nome: che ti piaccia o no, sei chiamato a rispondere all'appello'.  

Non vi dirò molto della trama che potete leggere in basso, ma posso assicurarvi che è un libro coinvolgente, passionale, a tratti colmo di dolore, ma riesce a dare speranza perché il protagonista no si perde d'animo, riesce a trovare un lato positivo in ogni cosa, anche quelle più impegnative. E poi la sua classe, una classe di 'rinnegati' che nessuno vuole, con cui nessuno vuole avere a che fare, ognuno con le sue storie difficili, le vite segnate da esperienze pesanti e affatto scontate per dei ragazzi che si stanno affacciando adesso alla vita. Eppure Omero (così si chiama il professore) riesce a stabilire con ognuno di loro un legame, una sorta di collegamento, facendo leva su fattori diversi per ognuno dei suoi interlocutori. Un libro che potrete regalarvi o regalare a Natale, e che potrete acquistare qui!

'La vista è sopravvalutata: gli occhi finiscono per non vedere quello che vedono sempre, più vedono e meno guardano'.




Sinossi

E se l'appello non fosse un semplice elenco? Se pronunciare un nome significasse far esistere un po' di più chi lo porta? Allora la risposta "presente!" conterrebbe il segreto per un'adesione coraggiosa alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che affronterà gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui, che è diventato cieco e non sa se sarà mai più capace di insegnare, e forse persino di vivere. Non potendo vedere i volti degli alunni, inventa un nuovo modo di fare l'appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome, anche se a portarlo sono una ragazza che nasconde una ferita inconfessabile, un rapper che vive in una casa famiglia, un nerd che entra in contatto con gli altri solo da dietro uno schermo, una figlia abbandonata, un aspirante pugile che sogna di diventare come Rocky... Nessuno li vedeva, eppure il professore che non ci vede ce la fa. A dieci anni dalla rivelazione di Bianca come il latte, rossa come il sangue, Alessandro D'Avenia torna a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. E nella vicenda di Omero e dei suoi ragazzi distilla l'essenza del rapporto tra maestro e discepolo, una relazione dinamica in cui entrambi insegnano e imparano, disponibili a mettersi in gioco e a guardare il mondo con occhi nuovi. È l'inizio di una rivoluzione? L'Appello è un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi – dalla rappresentazione scenica alla meditazione filosofica, dal diario all'allegoria politico-sociale e alla storia di formazione –, racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un'orchestra diretta da un maestro cieco. Proprio lui, costretto ad accogliere le voci stonate del mondo, scoprirà che sono tutte legate da un unico respiro.

domenica 18 ottobre 2020

Cambiare l'acqua ai fiori|| Perché ho deciso di non leggerlo



Titolo: Cambiare l'acqua ai fiori

Autore: Valérie Perrin

Editore: E/O
Collana: Dal mondo
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 10 luglio 2019
Pagine: 476 p., Brossura 
  • EAN: 9788833570990

Da ogni dove si leggono commenti e recensioni sul fenomeno letterario 'Cambiare l'acqua ai fiori'; un libro che non mi ha incuriosito sin dalla sua uscita, ma che tramite i vari commenti sui social e sui blog di libri ho deciso che forse avrei dovuto leggere. Generalmente non mi piace leggere i libri osannati dalla critica perché molto spesso si rivelano delle porcherie, ma questa volta mi sono voluta dare una possibilità. Inoltre ho un modo tutto mio di scegliere i libri da leggere, un modo forse molto poco ortodosso, ma che ormai fa parte di me, e difficilmente potrò decidere di modificare: scelgo i libri dal titolo o dalla copertina. Non ridete, perché è una cosa molto seria. La copertina deve essere accattivante, deve attirare l'attenzione, altrimenti nemmeno mi soffermo sul libro. Lo stesso vale per il titolo: mi deve incuriosire. Generalmente il mio sesto senso non sbaglia, e leggo sempre libri che poi alla fine confermano le mie aspettative. 

Ho iniziato a leggere 'Cambiare l'acqua ai fiori', ma mi ha messo su una tristezza infinita già dalle prime pagine. Non è stato perché la protagonista fa la guardiana del cimitero, ma per quello che racconta e come lo racconta. 'Succede sempre così con la morte: più è antica e meno presa ha sui vivi. Il tempo distrugge la vita. Il tempo distrugge la morte'. A volte ragiona in modo cinico, ma non lo fa con premeditazione; molto probabilmente è dovuto alle esperienze che l'hanno segnata, ma mentre leggevo ho provato più volte un senso di angoscia. 

'Cambiare l'acqua ai fiori' è scritto in maniera eccelsa, ma l'autrice non me ne voglia: non ho potuto continuare la lettura. Non mi piace l'ambiente in cu vive, non mi piace la sua ossessione maniacale di appuntarsi sui registri cosa è successo durante le esequie, non mi piace nemmeno la protagonista: non sono riuscita a inquadrarla. L'autrice non la descrive e di lei sappiamo soltanto come era quando aveva 15 anni. Troppo poco per inquadrarla chissà quanti anni dopo a fare la custode del cimitero. 

La trama è molto ben strutturata, con tutta una serie di personaggi trasversali di cui viene descritta la vita o singoli episodi. Chissà se un giorno riuscirò a finire questo libro, ma per il momento non me la sono sentita. E' raro che lasci un libro a metà, e molto probabilmente è colpa mia che non sono ben disposta verso una storia del genere. Intanto vi lascio la sinossi, nel caso a qualcuno possa interessare. 

Voi lo avete già letto? Che sensazioni vi ha lasciato?

Sinossi

Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l’ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d’erba.


'Assaporo la vita, la bevo a piccoli sorsi

come un tè al gelsomino con un po' di miele'