sabato 12 maggio 2018

La recensione di 'Divorare il cielo'

Titolo: Divorare il cielo
Autore: Paolo Giordano
Editore: Einaudi
PUBBLICATO A MAGGIO 2018
Pagine: 430
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'Divorare il cielo' mi ha incuriosito sin dalla sua uscita, non solo per la copertina, molto accattivante, ma anche per l'autore, già noto per 'La solitudine dei numeri primi'. La sinossi non mi ha particolarmente incuriosito, e infatti pensavo di leggere il solito romanzo scontato e senza attrattiva. Per fortuna Paolo Giordano ha saputo rapire la mia attenzione per tutte le 430 pagine del libro, letto in appena tre giorni. E ora eccomi qui a raccontarvi la mia recensione. Vi riporto anche la sinossi del libro, in modo da farvi un'idea della trama.

Sinossi

La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre. O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c'è un'inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un'idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio. Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto. Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent'anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.


La recensione di 'Divorare il cielo'

'Divorare il cielo' mi è piaciuto sin dalle prime pagine, e non perché ormai mi fossi prefissa di leggerlo, ma perché oltre a parlare della campagna pugliese a me ben nota, racconta una storia che potrebbe essere anche vera. Ho rivissuto momenti delle mie estati in campagna di tanti e tanti anni fa, attimi che tutti abbiamo scolpiti nei nostri ricordi più cari e che non potremmo mai dimenticare. 'Divorare il cielo' ti fa ritornare adolescente, ti fa battere il cuore e ti fa soffrire insieme ai protagonisti. Bern, Tommaso e Nicola, così diversi da Teresa, non solo per estrazione sociale, ma anche per il loro vissuto quotidiano. A volte ci chiediamo cosa possano mai avere in comune dei ragazzi così diversi tra loro, eppure forse a volte è proprio la diversità a far incontrare le persone e a tessere legami che poi diventano indelebili. Ma i legami indelebili esistono o siamo soltanto noi che ci aggrappiamo con tutte le nostre forze nella speranza che essi si mantengano e il tempo non li possa scalfire? Che dire poi dell''insoddisfazione lieve che infettava tutto': chi di noi non l'ha mai provata? Teresa la leggeva negli occhi di Bern: 'avrei dovuto intuire quanto soffriva per ciò che non aveva mai fatto, mai visto, mai sperimentato; l'invidia che forse provava per la mia vita che si svolgeva lontano, e in cui Speziale era solo una parentesi'. 
Se vi consiglio 'Divorare il cielo'? Leggetelo subito... sopratutto se avete dai 30 ai 90 anni! Vi sembrerà di ritornare bambini, poi adolescenti, poi adulti! Un mondo raccontato con gli occhi di chi quel mondo forse ha fatto in tempo ancora a vederlo. Grazie e Paolo Giordano per avermi fatto vivere momenti indimenticabili!











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