martedì 25 agosto 2015

Recensione al primo capitolo de 'Le tre notti dell'abbondanza' di Paola Cereda

Dopo il successo di 'Se chiedi al vento di restare', Paola Cereda si è cimentata in un nuovo romanzo targato Piemme, da oggi in tutte le librerie: 'Le tre notti dell'abbondanza'.



Titolo: 'Le tre notti dell'abbondanza'
Autore: Paola Cereda
Editore: Piemme
Pagine: 308
Pubblicato il 25 agosto 2015
Prezzo e-book: € 9,90
Cartonato con sovraccoperta € 17,90

Sinossi: Fosco è un paese arroccato su uno scoglio a picco sul mare. Per arrivare alla spiaggia, bisogna avventurarsi lungo una scala di legno e pietra che nessuno si è mai preso la briga di aggiustare. Perché il mare è maledetto e gli abitanti non lo possono avvicinare. La Calabria di Fosco è una terra aspra dove il tempo scorre lento. Le regole sono legge per coloro che lì nascono. Per tutti, ma non per Irene.
Irene ha quindici anni e un quaderno arancione sul quale disegna il quotidiano, così come se lo immagina. La notte, sui tetti di Fosco, si incontra con Rocco, il figlio di uno sparato. Durante l’annuale pellegrinaggio alla Madonna, Irene e Rocco ascoltano una conversazione tra masculi che cambia per sempre il corso delle loro vite. Le successive tre notti dell’abbondanza segnano un prima e un poi senza ritorno. C’è chi prova a cambiare, nella convinzione che la vita si accetta ma non si subisce. Irene farà la sua scelta. La vita, per lei, è una pennellata di colore su un muro bianco.
La nostra recensione al primo capitolo de 'Le tre notti dell'abbondanza'
Una delle cose che più mi colpisce di questa pregevole autrice sono le descrizioni; dopo appena due pagine ricche di elementi che descrivono Fosco, il paesino in cui è ambientata la storia, il lettore riesce quasi a vederlo concretizzarsi dinanzi ai suoi occhi. Le descrizioni dell'autrice non sono monotone e pesanti; molto spesso odio le descrizioni inutili di tanti libri e romanzi. Sono una persona che va dritta al 'dunque'. Ed è proprio questa capacità di Paola Cereda a piacermi; lei riesce con poche parole a descrivere i tratti significativi di un determinato contesto. Non è importante 'dove' si trovi di preciso, quanto il fatto che il lettore riesca a toccare con mano la realtà che l'autrice vuole fargli vedere. 
Paola passa poi a descrivere la protagonista, Irene, una ragazza di 15 anni con le ciglia folte. Pochi tratti e poche frasi che però rimangono nel cuore del lettore: ' Irene disegnava la realtà così come se la immaginava'.
'...odiava ...essere chiamata fìmmina. Al paese, fìmmina voleva dire meno di masculu'.
Altrettanto realistica la descrizione di Angiolino, un ragazzo magrolino ed esile, figlio del boss locale cui tutti portano rispetto e timore. 'Nonostante le pistole giocattolo e le ore dedicate ad accoltellare quarti di vacca, nonostante le docce fredde e il tempo perso per insegnargli a sparare, Angiolino adorava il pastello rosa. Dipingeva qualsiasi cosa con il pastello rosa. Scriveva le lettere dell’alfabeto con il rosa. Faceva i conti con il rosa. Si puliva le orecchie con il rosa. Dipingeva i prati di rosa'.  
Le prima 28 pagine sono volate via in un batter d'occhio... non avevamo dubbi che anche questa volta Paola Cereda avrebbe dato il meglio di sé e avrebbe stimolato la curiosità dei suoi lettori. Noi continueremo la nostra lettura, e voi?
Se volete leggere l'incipit, lo trovate qui!

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