Recensione|| La zona cieca di Chiara Gamberale


Titolo:La zona cieca
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Feltrinelli

Di Chiara Gamberale ho letto e recensito quasi tutto. Mi sono sempre piaciute le sue storie, sia che fossero tristi, sia che fossero spensierate e gioiose. Mancava all'appello 'La zona cieca', e ho deciso di leggere e recensire anche questo.

Sinossi

Nel pomeriggio di un 29 febbraio, in uno scalcinato luna park, Lidia e Lorenzo si incontrano. Raro come il giorno che li ha fatti conoscere e fuori dal tempo come quel luna park, un sentimento li lega fin da subito, anche se all’apparenza non potrebbero essere più diversi: Lidia, conduttrice radiofonica di Sentimentalisti Anonimi, è fin troppo abituata a guardare in faccia il suo dolore, Lorenzo, scrittore narcisista e inafferrabile, riesce a sopportare la vita solo ingannando se stesso e gli altri. Eppure il bisogno di essere amata di lei permette a lui di entrare in contatto con la sua zona cieca, quella parte di noi dove ognuno è sconosciuto a se stesso. E la paura di amare di Lorenzo permette a Lidia di fare altrettanto. Proprio per questo, se cercarsi è per tutti e due naturale e necessario, stare insieme sembra impossibile e più Lorenzo mente, più Lidia si fa ossessiva, più Lidia chiede, più Lorenzo elude, illude e tradisce. Fino a che, in un crescendo che fatalmente diventa tragico e comico allo stesso tempo, cominciano ad arrivare le lettere di Brian, un improbabile ex musicista che, per la prima volta, regala a Lorenzo la sensazione di potere ascoltare e a Lidia quella di venire ascoltata…

'E' difficile capire perché fra tutte le voci e i modi di camminare
 e di fare l’amore in cui ci imbattiamo, 
capita quella, capita quello 
che ci raggiunge proprio lì, 
dove fa sempre freddo, 
e a quel punto non può che rimanere'.

Recensione 'La zona cieca' di Chiara Gamberale

Sono stata in dubbio se scrivere o meno la recensione di 'La zona cieca', ma alla fine ho deciso di pubblicarla. Sarà perché rispetto agli altri romanzi più maturi, questo sia uno dei primi, e quindi ancora acerbo, ma a me non è piaciuto per niente. Un amore malato, che forse amore nemmeno era; mi è sembrata piuttosto la storia di due poveretti ai confini del mondo, la cui solitudine e poca voglia di vivere, il caso ha fatto incontrare. Se Lorenzo fosse capitato sulla mia strada non me ne sarei mai potuta innamorare; sporco, sudicio, poco elegante ed educato, incapace di amare qualcuno e di amare anche  stesso. Lidia è una poveretta complessata che dopo aver fatto da zerbino nella storia con Lorenzo, appena incontra il ricercatore decide di riappropriarsi della sua vita senza però alla fine ottenere granché. E non perché un figlio non significhi nulla, ma perché poi a quel figlio gli devi anche spiegare perché non ha un padre, e tutto ciò che ne deriva. Alla luce di questa mia lettura sbagliata, sono felice che Chiara Gamberale sia poi migliorata, non tanto stilisticamente perché la sua scrittura è rimasta sempre uguale, quanto a livello di storie e complessità della trama. Se lo dovessi consigliare? Assolutamente no. Noioso, ripetitivo, senza trama.

'Siamo bravi ad amare solo quello di cui percepiamo la caducità'


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