giovedì 23 luglio 2015

Recensione dei primi capitoli de 'Generazione perduta' edito da Giunti


Titolo: 'Generazione perduta'
Autore: Vera Brittain
Editore: Giunti
Pagine 640
Pubblicato a Giugno 2015

Da buona ignorante quale sono, pensavo che 'Generazione perduta' fosse un romanzo fresco di pubblicazione, invece non è che un classico della letteratura inglese già pubblicato nel 1933, col titolo di 'Testament of youth". Oggi arriva in Italia tradotto da Marianna d'Ezio.

La trama
Vera è una ragazza anticonformista che riesce ad entrare ad Oxford in un periodo in cui le donne erano relegato al ruolo di madri e mogli. Inizialmente Vera considera la grande guerra una scocciatura perché è costretta ad interrompere le sue attività e i suoi studi, ma presto capirà che la grande guerra porta distruzione negli animi degli uomini che ne stanno vivendo gli orrori. Vera serve la patria a Londra, a Malta, in Francia come infermiera volontaria, mentre vede morire le persone a lei più care sul fronte.  Quando tutto sarà finito, ritornare alla normalità non sarà affatto facile... 

La recensione dei primi capitoli de 'Generazione perduta'
Nella premessa Vera Brittain spiega le ragioni che l'hanno portata a scrivere questa sorta di biografia.
"Mi sono resa conto che soltanto provando a raccontare questa storia 
in termini di esperienza personale sarei riuscita a recuperare, 
dalla distruzione della mia stessa gioventù in guerra, qualcosa che potesse avere un valore, 
dei princìpi di verità, di speranza e di esempio per gli altri. 
È vero che per farlo dovrò rivolgermi a un passato di cui molti di noi sono ormai stanchi, 
preferendo guardare al futuro,
 ma è solo alla luce di quel passato che noi, 
la generazione distrutta che adesso è tornata alla ribalta della vita pubblica, 
la generazione che deve costruire il presente e tenta di forgiare il futuro, 
possiamo comprendere chi siamo e sperare di essere compresi da chi verrà dopo di noi".

Vera racconta gli anni dell'infanzia e della fanciullezza con una moltitudine di elementi che la descrizione prende quasi consistenza davanti agli occhi del lettore. Capiamo sin dalle prime pagine dove nasce lo spirito anticonformista che la animava, e proprio per questo il suo personaggio ci piace sin da subito.

 "...agli occhi degli adulti, 
la libera e naturale amicizia tra ragazzi e ragazze 
era più inappropriata del puritano sospetto verso l’altro sesso 
e fece nascere in me un risentimento ribelle che non ho più dimenticato".

Vera fa un ritratto realistico della sua epoca descrivendo le ambizioni più comuni che potessero avere donne e ragazze della media borghesia:

"Per le giovani, come per le loro madri, 
l’eventualità più chiara che si profilava all’orizzonte era il matrimonio, 
e malgrado la tenace insistenza con cui le presidi portavano avanti i propri ideali sul servizio pubblico, 
quasi ogni ragazza lasciava la scuola con due sole ambizioni:
 riprenderla il prima possibile per farsi ammirare 
dalle compagne nello splendore di un abbigliamento da “donna” 
e trovare un fidanzato prima delle altre".

Vera Brittain rende più vero quello che scrive inglobando nel suo romanzo testi presi dai diari della sua giovinezza, per riportare in maniera fedele le sensazioni e i desideri e ambizioni di una ragazza che voleva diventare una scrittrice.
E' un romanzo che vi catapulterà in un'altra dimensione; il nostro voto è sicuramente più che positivo. Leggetelo sotto l'ombrellone! Se volete leggere un estratto lo trovate qui!
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